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Triestini. Guida ai migliori difetti e alle peggiori virtù (0)

Lucia Cosmetico

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Cultura popolare Studi etnografici Trieste

Editore: Sonda

Anno: 2013

Lingua: Italiano

Rilegatura: Brossura

Pagine: 105 Pagine

Isbn 13: 9788871066974

Trieste è una città piena di contrasti, caratterizzata da una storia complessa. Come complessi sono i suoi abitanti. Trieste sta cambiando. I triestini no. O forse sì. Magari a loro insaputa. Perché costretti dalla storia, dalle circostanze e dalla geografia, che li colloca nel punto più nordorientale dell'Italia, proprio al confine con la ex Jugoslavia, oggi Repubblica di Slovenia. Ma in loro alberga sempre quel fiero "triestin pride", "perché la sa, come Trieste no xe nisun posto", e una loro frequente affermazione è: "Mi son triestin patoco". Ovvero "Io sono un autentico triestino", un nostrano Doc, la cui autenticità risiede più in una serie di peculiari atteggiamenti mentali che nella purezza delle sue origini. Primo fra tutti, la regola del "nosepol", "non si può". Cosa non si può? Tutto. Punto e basta. I triestini sono affetti da mal d'Austria, con un autentico culto per l'imperatrice Maria Teresa; fanno i "mona" (finti tonti) spesso per "non pagar el ciazio"; provano una naturale avversione per il lavoro e un altrettanto naturale amore per la libertà di costumi, metaforica e non solo, che sfocia nel passatempo per eccellenza: il bagno in mare (più semplicemente, bagno). Trieste, città della scienza; Trieste, amata e vissuta da Svevo, Saba, Joyce; Trieste, spazzata dalla bora: a tutti coloro che di Trieste e della triestinità ancora non riescono a capire tante cose, e mai forse le capiranno, è dedicata questa guida.

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